Orecchio esterno, medio e interno. Ecco le tre parti che compongono l’organo dell’udito. Come fanno le onde sonore a raggiungere il cervello?
Le diverse funzioni dell’orecchio
Oltre ad essere l’organo dell’udito, permettendo quindi di convogliare le onde sonore derivanti dall’esterno, l’orecchio svolge anche la fondamentale funzione di equilibrio statico e dinamico del corpo. È suddiviso in tre parti comunicanti – orecchio esterno, medio e interno – che funzionano armonicamente per trasformare i suoni in impulsi nervosi: un meccanismo fine quanto complesso, frutto di milioni anni di evoluzione. Sarà il Dott. Matteo Guaraldi, titolare di Acustica Guaraldi, a guidarci in questo viaggio all’interno dell’orecchio.
Orecchio esterno
È la parte visibile dell’organo, formata dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo. Quest’ultimo, una galleria dalle pareti lisce, è la zona dove solitamente avviene la formazione del cerume, sostanza non per forza dannosa, perché permette il mantenimento delle pareti morbide e lisce. Nel condotto uditivo vengono convogliate le onde sonore, precedentemente captate dal padiglione auricolare, per poi raggiungere il timpano. Nella zona del condotto che può formarsi il cosiddetto tappo, provocato da infiammazioni come l’otite, o dalla presenza di acqua che entra all’interno.
Orecchio medio
Formato dal timpano e dalla catene dei tre ossicini, l’orecchio medio è l’anello di congiunzione tra il mondo esterno e il nostro cervello. Attraversato il condotto uditivo, le onde sonore s’infrangono contro il timpano, che si presenta come una membrana sottile particolarmente tesa, che inizia a vibrare se stimolata da suoni. La vibrazione è poi amplificata da incudine martello e staffa, tre ossicini posti nella cassa del timpano, proprio dietro alla membrana. La cavità comunica con l’esterno grazie alla tromba d’Eustachio, un sottile condotto collegato alla faringe, necessario per riempire l’orecchio medio d’aria utile a compensare la pressione esterna. Questo meccanismo permette di mantenere equilibrata la pressione quando siamo sott’acqua o in aereo.
Orecchio interno
Ma in che modo vengono tradotte le vibrazioni sonore in impulsi nervosi? Questo compito è assolto dalla coclea, una struttura a spirale presente nell’orecchio interno dentro cui corrono gallerie piene di liquido. La staffa, muovendosi, preme contro la “finestra ovale“, che è una parte particolarmente sensibile della coclea, il punto di contatto tra orecchio medio e interno. Le vibrazioni creano un movimento del liquido interno che interessa anche le cellule ciliate, dei finissimi ricettori contenuti dentro la struttura a spirale: sono loro a trasformare le onde sonore in impulsi nervosi che arrivano poi al cervello.
La coclea conta al suo interno più di 15 mila cellule ciliate per ogni orecchio, e reagiscono in modo diverso a seconda del tipo di suono. Ondeggiando sotto la pressione del liquido, stimolano a loro volta le terminazioni nervose a cui sono collegate, poste alla loro base, a cui si collegano i nervi uditivi, che portano i segnali al cervello, che a sua volta decodifica e interpreta i suoni. A differenza delle terminazioni nervose, le cellule ciliate vengono ricambiate periodicamente.
La coclea conta al suo interno più di 15 mila cellule ciliate, che sono particolarmente sensibili, perché reagiscono in modo diverso a seconda del tipo di suono. La pressione del liquido le fa ondeggiare, stimolando quindi le terminazioni nervose a cui sono connesse, che permettono di portare i segnali al cervello tramite il nervo uditivo. Il cervello, traduce i suoni, decodificandoli e interpretandoli.
Vuoi conoscere lo stato del tuo udito? Ecco per te il test dell’autovalutazione dell’udito.