700 mila le persone entro i prossimi 30 anni avranno una perdita invalidante dell’udito. Eppure, gli apparecchi acustici sono visti, ancora oggi, con troppa diffidenza. Scopriamo perché.
Ecco i dati recentemente pubblicati da World Trade Organization. 700 mila persone che, nel giro di pochi decenni avranno una perdita uditiva invalidante, ovvero una menomazione dell’organo uditivo tale da compromettere seriamente le interazioni sociali e le attività quotidiane. Si tratta di ipoacusia, un tema già largamente approfondito nel blog Acustica Guaraldi, un disturbo la cui gravità è correlata ai diversi gradi di decibel.
A ciò si accosta l’allarmante reticenza nel chiedere aiuto: secondo Eihma, solo 1 persona su 3, ad oggi, utilizza apparecchi acustici.
Problemi uditivi: chi non si fa aiutare?
I due terzi di chi soffre di tale disturbo non utilizza apparecchi acustici. La totale assenza di diagnosi, non solo isola la persona dai rapporti quotidiani, ma aumenta col tempo la disfunzione dell’organo.
Sono spesso i giovani i più riluttanti a chiedere aiuto: tra gli under 45 è solo il 35% di coloro che presentano il disturbo a utilizzare un soluzione acustica, mentre per la fascia d’età compresa tra i 45 e i 65 il dato crolla ulteriormente: solo il 31%, 1 persona su 3. Il dato migliora sensibilmente per gli over 65, con gli utilizzatori che sono quasi la metà (49,5%) rispetto al totale dei necessitanti. Numeri certamente più positivi, ma ancora troppo bassi per un problema che incide su ogni aspetto della vita quotidiana.
E anche chi chiede aiuto lo fa, spesso, in ritardo: l’inchiesta “MarkeTrak10” della National Center for Biotechnology Information rivela che tra il presentarsi dei cali dell’udito e la prima applicazione degli apparecchi acustici vi sia un lasso temporale di 6 anni.
Alla ricerca delle cause
Tanti, troppi, sono coloro che, affetti da disturbo uditivo, non utilizzano apparecchi acustici. La domanda sorge spontanea: perché? A ciò ha provato a rispondere la ricerca “Barriers and Triggers” condotta da Fidelity Study, di seguito riportata.
Sono 5 le cause principali rilevate sul campione intervistato: al primo posto troviamo la convinzione che dopo i primi segnali di peggioramento dell’udito si possa aspettare, non è urgente intervenire nell’immediato (34,8% delle risposte). Seconda posizione per la mancanza di fiducia e diffidenza nei confronti del mondo degli apparecchi acustici, opinione del 21,5% degli intervistati. Seguono i costi inaccessibili dei prodotti (o la convinzione di ciò) per il 19,5% del campione, la paura dello stigma (15,1%) e la paura di non essere in grado di comprendere il funzionamento degli apparecchi acustici (9,2%).
Gran parte di tali convinzioni, spesso, sono guidate dalla diffidenza nei confronti di un mondo, quello degli apparecchi acustici, che può essere alla portata di tutti. Ecco perché, noi di Acustica Guaraldi, abbiamo cura di accompagnare tutti nel migliore dei modi, seguiti nel percorso dallo specialista Dott. Matteo Guaraldi. Prenota ora il tuo appuntamento!
Ci sono, inoltre, casi di mal utilizzo dei dispositivi. Si stima che il 40% degli utilizzatori ha difficoltà a inserire nel modo corretto gli apparecchi acustici, una situazione che porta alla riduzione del beneficio di ascolto e può causare feedback indesiderati. Tra le cause principali di allontanamento dalle soluzioni acustiche, invece, troviamo il basso appeal estetico e il disagio.
Gli auricolari: un’alternativa?
Gli auricolari possono essere un buon metodo per introdurre i più reticenti in un percorso risolutivo del problema: si stima, sempre secondo l’inchiesta “Barriers and Triggers”, che il 58% delle persone prima di passare ad apparecchi acustici, utilizzano auricolari, spesso per migliorare l’ascolto di Tv o telefono.
Perché? Anche qui, gioca un ruolo di primo piano lo stigma: gli auricolari sono percepiti come socialmente accettabili e più semplici. Anche le soluzioni discrete e all.in.one sono sondate soprattutto da chi non vuole partire subito con gli apparecchi acustici. Spesso, inoltre, ad una diagnosi di ipoacusia, i pazienti (nel 48% dei casi) desiderano soluzioni su misura.
I contesti rumorosi: la più ardua frontiera degli apparecchi acustici
L’efficienza degli apparecchi acustici nei contesti rumorosi rimane la più ardua e avvincente sfida di questo settore, un tema su cui noi di Acustica Guaraldi, da anni, poniamo grande attenzione, per servire ogni giorni al meglio i nostri clienti, e poter consigliare il prodotto giusto per ogni esigenza. Ecco la produzione scientifica inerente al tema in questione:
- nel 2018, la ricerca di Eurotrack ha fatto luce sul grado di soddisfazione dell’utilizzo di apparecchi acustici in svariate situazione. Il campione intervistato, a cui è stato chiesto di stilare una classifica, ha collocato all’ultimo posto proprio l’ascolto tramite apparecchi acustici nei contesti rumorosi.
- Non si discosta da questo dato l’inchiesta di Manchaiah and colleagues, che ha coinvolto ben 2000 utilizzatori, ed ha evidenziato come l’efficienza dell’ascolto nel rumore rappresenti l’elemento principale a cui tenere conto quando si acquista un nuovo apparecchio acustico.
- Lo studio di Appelton-Huber del 2022, infine, ha comprovato che la comprensione del parlato negli ambienti rumorosi, sia nelle conversazioni che nelle situazione di ascolto passivo, rappresenti ancora oggi l’aspetto meno soddisfacente nell’utilizzo di apparecchi acustici.
Acustica Guaraldi: aggiornamento e continua ricerca
Rimanere aggiornati, fare della continua ricerca il nostro punto di forza, ci permette di rispondere al meglio alle esigenze del cliente. Ecco perché abbiamo partecipato all’incontro seminariale organizzato da Beltone, una realtà con cui collaboriamo e che ci fornisce di ottima qualità, da cui abbiamo estratto i dati esposti nel presente articolo.